Lo scorso fine settimana si è tenuto un corso sul fumetto autobiografico a cui mi avrebbe fatto discretamente piacere partecipare, ho realizzato questa tavola per la selezione, purtroppo non l’ho superata.
Realizzarla però mi ha permesso di fare chiarezza su molte cose e, anche se solo per mancanza di tempo, mi sono finalmente tolto lo sfizio di sperimentare il mal di vivere senza l’utilizzo di neri.
Ne sono successe ultimamente, per non essere (quasi) mai uscito dalla mia stanza.
Iniziamo dicendo che disegno su un PC che, 10 anni fa, era di fascia bassa e in realtà mi ci trovo bene, ma ad un certo punto ha deciso di schioppare ed è rimasto fermo fino a qualche giorno fa. Il suo sostituto, manco a dirlo, era peggio. Ho quasi preso in considerazione l’idea di fare un upgrade, ma infine la povertà e il punk DIY hanno nuovamente avuto la meglio.
È dal rottame cui ho ridato vita (non avendo ben capito come) che scrivo e, dal basso del suo Intel Celeron E3400 e dei suoi 4GB di Ram, torno a disegnare in condizioni decenti.
Oltre ai casini di natura tecnica:
sto lavorato a dei progetti dalla gestazione non proprio breve di cui parlerò appena avrò del materiale adatto;
Ho ripreso Disbatlord;
Sto cercando di disegnare un po’ più a cuor leggero e postare anche roba fatta “tanto per”. Tipo questo:
Sono le 2:30, sto scrivendo questo post di fretta perché sento l’esigenza di farlo prima di andare a dormire e non voglio ritardare oltre, nonostante siano passati 2 mesi dall’ultimo e un giorno in più non farebbe alcuna differenza.
Avevo quasi finito di scriverlo, parlando brevemente dei motivi della mia assenza, ma non è il taglio che voglio dare a questo blog e quindi, semplicemente: eccoci di nuovo qua, beccatevi questa gif di merda e alla prossima.
Disbatlord è il solo goth d-beater della ridente cittadina industriale di Monponzano a mare. La sua vita è una sequela di disastri tragicomici e onirici.
La serie si comporrà di brevi(ssimi) episodi aperiodici, stilisticamente eterogenei (forse). Mi piacerebbe raccoglierli in degli albi man mano che si accumulano un numero accettabile di pagine, ma non mi sbilancio.
Raccontare il dolore senza sembrare dellə poetə maledettə è tremendamente difficile e questa difficoltà nel raccontarlo lo rende ancora più insostenibile. Soffrire e vedere lə propriə amicə soffrire, insieme e al tempo stesso isolatə nel proprio dolore, sopravvivere ad alcunə di loro, non trovare alcuna soluzione futuribile e non avere più la forza di affrontare ‘sto salasso, non saper come confortare senza mentire chi è altrettanto stancə, se non con la propria vicinanza che, a volte, allevia ma non risolve nulla.
Sarò ridondante, melodrammaticə, pateticə, debole, vigliaccə, teatralə, sarò quello che vorrete, ma non smetterò di raccontarvi il mio male, di mostrare la mia vicinanza a chi respira a fatica ogni cazzo di giorno, di rendere meno apatica e isolante questa tortura. Spero, seppur con poca fiducia, che riusciremo a dare alle fiamme questo mondo e a ravvivare le nostre.
“L’idea è che lo scontro non possa rimanere confinato in queste nuove ‘catene di montaggio’ strategiche, ma debba essere allargato a tutti i settori d’interesse vitale.
Si tratta di capire che la vita, che il capitalismo troppo spesso ci porta a maledire, può essere bella e che il programma di lotte che abbiamo intrapreso non è per una vita migliore, ma per una vita radicalmente diversa.”
La scorsa settimana, in occasione del primo concerto post-Lockdown organizzato al CSA Officina Trenino 211, ho stampato alcuni dei lavori più recenti. Se foste interessatə a rattristare l’ambience della vostra dimora, non esitate a contattarmi all’indirizzo: nerohazet@distruzione.org
Le stampe sono in formato A4 ca., su carta lucida 300gr, come mostrato da Giorgia, Custode delle Stampe.
Il prezzo consigliato è di €1, il ricavato verrà riutilizzato in stampe, zine, dischi e autoproduzioni varie e sarà gestito rigorosamente dal Collettivo DadaPunx.
Finalmente ci siamo, Chaostopia è realtà!
Non appena riuscirò ad ordinare per bene le parole, spiegherò a modo cos’è e perché, nel frattempo puoi provare a fartene un’idea leggendo il manifesto. Aggiungerò soltanto che avevo bisogno di un luogo virtualmente appartato in cui muovermi secondo i miei tempi ed i miei schemi.
Ho già caricato galleria e musica (in streaming proprio come bandcamp, wow!). Nel menù in cima e nella home ci sono tutti i link, in una pratica ed illeggibile interfaccia grafica trve kvlt.
Inoltre, per fingere che questo primo post abbia senso di esitere e che non sia semplicemente una scusa per spammare il blog e smettere di procrastinare, ho appositamente realizzato la copertina di Fhtaghn*!
Un (udite udite) fotoromanzo-collage con la partecipazione consapevole, consenziente e gratuita di Keanu Reeves e Amanda Seyfried.
Queste cinque tavole le realizzai tempo fa, ma non sono mai state presentate per bene. Ho pensato che fossero concettualmente e visivamente in tema con il blog, quindi perché non dar loro nuova vita?
Quindi buona lettura, ci sentiamo alla prossima e nel frattempo, mi raccomando, diffondi il verbo dell’Hazet!
*Sì, so che si scrive “fhtagn” e non “fhtagHn”, ma avendo notato l’errore a distanza di anni mi son detto ‘sticazzi e ho tirato dritto sulla via dell’ignoranza.