Raccontare il dolore senza sembrare dellə poetə maledettə è tremendamente difficile e questa difficoltà nel raccontarlo lo rende ancora più insostenibile. Soffrire e vedere lə propriə amicə soffrire, insieme e al tempo stesso isolatə nel proprio dolore, sopravvivere ad alcunə di loro, non trovare alcuna soluzione futuribile e non avere più la forza di affrontare ‘sto salasso, non saper come confortare senza mentire chi è altrettanto stancə, se non con la propria vicinanza che, a volte, allevia ma non risolve nulla.
Sarò ridondante, melodrammaticə, pateticə, debole, vigliaccə, teatralə, sarò quello che vorrete, ma non smetterò di raccontarvi il mio male, di mostrare la mia vicinanza a chi respira a fatica ogni cazzo di giorno, di rendere meno apatica e isolante questa tortura. Spero, seppur con poca fiducia, che riusciremo a dare alle fiamme questo mondo e a ravvivare le nostre.
“L’idea è che lo scontro non possa rimanere confinato in queste nuove ‘catene di montaggio’ strategiche, ma debba essere allargato a tutti i settori d’interesse vitale.
Si tratta di capire che la vita, che il capitalismo troppo spesso ci porta a maledire, può essere bella e che il programma di lotte che abbiamo intrapreso non è per una vita migliore, ma per una vita radicalmente diversa.”
Contrasto – Mai più senza fucile
- Nerohazet